Forestazione urbana: la delibera della Corte dei Conti

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La situazione in Italia: forestazione urbana e PNRR

Le grandi città d’Europa, Italia compresa (con Milano in cima), si contendono sempre più frequentemente il primato delle più inquinate al mondo. Per questo e altri motivi, la Corte dei Conti continua  a vigilare sui piani di forestazione urbana. La misura del PNRR “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” (M2C4 3.1) prevede un investimento per le Città città metropolitane di Torino, Genova, Venezia, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari. Le tipologie di specie da seminare o piantare (a seconda di criteri che verranno discussi più avanti nell’articolo) sono 110, di cui 55 arboree e 55 arbustive. Gli organi istituzionale, tuttavia, hanno già confermato che il nostro Paese non sta rispettando gli impegni presi, mentre l’obiettivo dovrebbe  essere raggiunto per obbligo, sia morale sia politico: in caso contrario, infatti, rischiamo di perdere i 330 milioni di euro di risorse previsti dal PNRR.

Quanti alberi abbiamo piantato in Italia

È già stato comprovato che in Italia siamo in ritardo con piantumazione degli alberi.  La Corte precisa inoltre che seminare non è come piantumare alberi. Alcune città, infatti, invece di collocare piante già cresciute in aree preordinate, hanno piantato in vivaio semplici semi. Invece, sul portale del Governo italiano “LienaAmica”, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha fatto sapere che “Attraverso i 35 Progetti ammessi a finanziamento, abbiamo ampiamente superato l’obiettivo di piantare almeno 1 milione e 650mila alberi per il rimboschimento delle Aree urbane ed extraurbane” (si intende l’obiettivo che andava raggiunto entro fine 2022.)

Il parere della Commissione Europea

Gli organi istituzionali sui conti mette in dubbio l’equivalenza tra coltivazione dei semi e piantumazione di alberi già adulti. A questo punto si dovrà attendere il pronunciamento da parte della Commissione europea. Nel frattempo continuano a diffondersi iniziative private o di associazioni dal pollice verde per contrastare gli effetti negativi del riscaldamento globale e dello smog.

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