IMU: le chiese pagano?

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IMU e chiese: la grande domanda

Chiunque possiede una casa sa perfettamente cosa sia l’IMU. Con tale acronimo si intende quella tassa, l’Imposta municipale propria, istituita per la prima volta dal governo Monti nel lontano 2011 (in sostituzione di Ici, Irpef e altre addizionali regionali e comunali),L poi rimaneggiata più volte sino ad arrivare alla versione oggi esistente con la legge numero 160 del 2019. L’intervento più recente è stato fatto con la Legge di Bilancio del 2020, che ha cancellato la TASI accorpandola all’IMU, con la volontà di semplificare il pagamento. Ma d’accordo, tutti sappiamo di che si tratta. Nella testa di molti però ronza da sempre un quesito: e le chiese?

L’esenzione IMU per le chiese: una premessa

Innanzitutto occorre operare una distinzione tra due tipologie di immobili ecclesiastici:

  • chiese vere e proprie (intese come luoghi dove vengono praticati il culto e la preghiera);
  • gli edifici adiacenti o di prossimità (che possono ospitare per esempio gli alunni delle cosiddette scuole paritarie).

Una cosa che hanno in comune, prima di vederne le differenze, è che entrambe le strutture possono usufruire di un’esenzione dall’IMU se, nei loro locali interni ed esterni, non è previsto lo svolgimento di attività commerciali finalizzate a scopo di lucro. E nemmeno l’l’ente che gestisce gli immobili deve essere inquadrato a livello commerciale, per non dover versare l’IMU.

Quando pagano?

In realtà è il caso delle scuole paritarie a essere un po’ più complesso. Bisogna considerare infatti la questione delle rette pagate dalle famiglie per l’iscrizione dei propri figli ogni anno. Nello specifico, una scuola paritaria può richiedere l’esenzione del pagamento dell’IMU solamente quando la retta annua che richiede agli studenti è dnatura simbolica, o comunque non supera il 50% dei costi per i servizi garantiti ai propri iscritti.

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