Successione dei beni: la legge in Italia
In Italia, le pratiche di successione possono essere avviate subito dopo la dipartita di un membro della famiglia e sono necessarie per il trasferimento dei beni, sia mobili che immobili, da questi all’erede (o agli eredi). Per farlo, si deve tenere conto non solo delle norme che nel nostro Paese regolamentano questa tipologia di eventi, ma anche dell’imposta sulle successioni prevista dal DL 262/2006. Procedere con la successione significa infatti accettare sia l’eredità, sia i suoi eventuali costi. Nonostante infatti la possibilità di agire in autonomia per l’accettazione dell’eredità in sé e per sé, mediante ricevuta della Cancelleria del Tribunale, è sempre bene non cercare di ovviare alle spese notarili. Alcune successioni possono rivelarsi particolarmente complesse, e l’aiuto di un notaio può sfoltire in maniera notevole l’iter.
Le aliquote
Le aliquote delle imposte di successione in Italia variano in base al grado di parentela tra il defunto e il beneficiario. Attualmente, le aliquote vanno dal 4% al 8% per i parenti in linea retta (come figli, coniuge e genitori) e possono raggiungere fino al 6% per i fratelli e le sorelle. Per gli eredi collaterali di secondo grado (come zii e nipoti), l’aliquota può essere fino al 6%, mentre per parenti più distanti o per persone non legate da vincoli di parentela, l’aliquota può arrivare fino all’8%.
Quali beni sono tassati?
La tassa di successione viene versata allo Stato nel caso in cui l’eredità ammonti a un certo valore. L’imposta in questione era stata abolita nel 2001 e ripristinata nel 2006. Si applica, di norma (salvo rare eccezioni o specifiche volontà testamentarie), a tutti i beni del defunto, che potranno dividersi in due categorie:
- beni immobili: case, negozi, immobili strumentali o appezzamenti agricoli;
- beni mobili: tutti quei beni che per loro natura possono essere spostati e il cui valore ammonta a una cifra consistente, come barche, gioielli, opere d’arte o conti correnti.
La procedura per i beni immobili
Nel caso dei beni immobili, bisogna anticipatamente porsi nell’ottica di dover versare imposta ipotecaria e imposta catastale – ossia le stesse previste per l’acquisto di un immobile. Se nel patrimonio del deceduto sono presenti immobili o terreni, dunque, l’erede dovrà versare imposte indirette da calcolare in base al valore catastale dell’immobile, ottenuto moltiplicando la rendita catastale rivalutata a vari coefficienti che qualificano la destinazione. Dopo aver fatto ciò, ed entro massimo un anno dalla data della successione, l’erede dovrà recarsi presso gli uffici dell’agenzia delle entrate della circoscrizione del defunto e compilare un modulo online nel quale dichiara di accettare l’eredità. Infine, al momento dell’eredità di un immobile ed entro massimo 30 giorni, sarà necessario presentare una richiesta di voltura presso l’Agenzia delle Entrate, presso il Catasto (Ufficio del Territorio).
Le spese notarili
In genere, il costo dell’atto di successione dal notaio varia in misura proporzionale al valore dell’asse ereditario, oscillando quindi tra un minimo circa di 300 euro per i valori molto bassi e finanche qualche migliaio di euro i patrimoni di grande portata. Inoltre, alla parcella del notaio andranno sommate tasse, imposte, tributi, marche da bollo e diritti catastali. In linea di massima, dunque, è sempre buona norma richiedere uno o più preventivi.
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